7 ottobre Mount Washington Vermont Québec

 7 ottobre: North Conway, Osservatorio Meteorologico Mount Washington, Vermont, Québec (Canada) Drumondville

Percorsi oggi 380 km (giornata iniziata con la pioggia e terminata con un tramonto col sole da "film")

Giornata indimenticabile quella di oggi, ho potuto infatti visitare uno dei più famosi osservatori meteorologici al mondo quello posto ai 1917 del Mount Washington, la cima più alta degli USA orientali. L'osservatorio è stato costruito nel 1932 e per 76 anni di fila ha detenuto il record mondiale di raffica di vento con 372 km/h. L'osservatorio è famoso dal punto di vista meteorologico per il vento, ma anche per le temperature estreme, la temperatura minima assoluta è stata registrata il 16 gennaio del 2004, quando sono stati rilevati -42°C ma con un vento di 141 km/h (wind chill stimato di -75°C. Per maggiori info consultare: http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Washington_(New_Hampshire) e soprattutto http://www.mountwashington.org/

 tornando al diario di viaggio:

Ci svegliamo abbastanza presto e purtroppo (come da previsioni) il tempo è brutto anzi pessimo, coperto e inizia a piovere forte, facciamo colazione nel nostro motel/resort Suisse e partiamo alla volta di North Conway dove visitiamo il visitor center dell'osservatorio del Mount Washington, qui acquisto un bel libro sugli eventi meteorologici estremi. Da notare che qui vendono anche stazioni meteo comprese anche le Davis.Nel visitor center faccio anche "l'esperienza" del previsore televisivo, nel senso che c'è un apparecchiatura identica a quelle che si vedono in tv che sovrappongono l'immagine del meteorologo a quella delle immagini meteo (satellite o carte di previsione), non proprio facile da fare.

Partiamo alla volta del Mount Washington, per strada ci fermiamo a fotografare un ponte coperto di fine 800, i colori delle foglie si fanno davvero sempre più belli. Arriviamo infine alla Mount Washington Road, il tizio che c'è al "casello" (piuttosto antipatico), ci fa un sermone per dirci che condizioni meteo ci sono in cima, visibilità 30 piedi, temperatura di 5°C e vento a 100 km/h (come se dovesse spaventarmi...), decidiamo ovviamente di salire lo stesso e paghiamo i 36$ di entrata, il casellante ci dice di togliere il cambio automatico e di salire e scendere solo in prima, un affronto per un "trentino" eh eh.

Saliamo per la strada e notiamo man mano che si sale come cambi la vegetazione, sopra i 1000 metri spariscono le latifoglie e compaiono le conifere, ma gli abeti sopra i 1400 sono alti meno di un metro e mezzo ed oltre i 1700 metri sparisce la vegetazione. In cima ci attende l'apocalisse, visibilità inferiore ai 10 metri, vento che non ti fa stare in piedi e pioggia molto forte, scendiamo dall'auto e saliamo una lunga scalinata fino al negozio dei souvenir, dove arriviamo bagnati dalla testa ai piedi e con il respiro affannoso come se avessimo camminato per un'ora. Francesca promette più volte di farmela pagare e me lo ripeterà per tutta l'ora successiva. Ci facciamo indicare come raggiungere l'osservatorio e il museo ma il primo tentativo va a vuoto, la porta è chiusa e ci bagnamo ancora di più, allora un autista di shuttle o forse della ferrovia turistica che sale fino a lassù ci accompagna. Al museo o visitor center che sia, incontriamo una ragazza che ha abitato per due anni in Italia in Toscana (faceva la baby sitter per una famiglia di musicisti che girava l'Europa), la ragazza ci permetterà di entrare nel cuore dell'osservatorio. Seguirà infatti, una visita al museo, una visita guidata all'osservatorio condotta da un metorologo (fortuna che la ragazza ci accompagna ed ogni tanto ci fa da traduttice), e poi per finire ci farà vedere dove vivono lei ed i meteorologi, dal salotto, alla cucina, alla cambusa fino alle camere da letto. Scopriamo che lei (commessa al visitor center) così come i meteorologi lavorano lassù per 8 giorni e poi tornano a casa per 6 giorni, il bello è che lei abitata a due ore di macchina da qui e che l'altra commessa abita nel Rhode Island ed alcuni meteorologi nel New Jersey, pazzesco. La ragazza ci dice che lavorerà ancora qui per massimo 15 giorni, mentre i meteorologi restano lassù tutto l'anno, in inverno salgono con il gatto delle nevi.

Ah si dimenticavo, il signore che ci ha fatto fare la prima parte della visita guidata era stato due settimane fa nelle Dolomiti per un'escursione di una settimana vicino a Cortina su un'Alta Via di cui non ricordava il nome, pazzesco.

Dopo la visita conosciamo rapidamente un'altra commessa di origine tedesca che ci attacca un bottone micidiale, Francesca ormai è pronta a spararmi e a sparare ad entrambe le donne se non la smettiamo di parlare e ce lo fa capire senza tanti convenevoli. Usciamo dall'osservatorio e diluvia e c'è un vento fortissimo, il commesso dello shop center si offre di accompagnarci con un furgone fino alla macchina, 5 $ di mancia ben spesi, finalmente in auto possiamo cambiarci, togliendoci tutto dai calzini alle mutande.

Scendiamo dalla montagna e già a metà strada inizia ad aumentare la visibilità, esce addirittura un po' di sole e vediamo anche un arcobaleno, porca t...

Riprendiamo la strada che ci porterà in mezzo a foreste bellissime fino al confine col Canada, ci fermiamo solamente verso le 15.00 per un panino da Subway. Arriviamo al confine col Canada verso le 17.00, il poliziotto dell'immigrazione si complimenta per il mio francese, è molto cordiale, si chiama Roy, ci chiede per quanto tempo resteremo in Canada e se portiamo regali a conoscenti.

Subito dopo il confine usciamo dall'autostrada e saliamo su una collina per fotografare il foliage, scopriamo un cimitero bellissimo in cima ad una collina e ci godiamo un tramonto indimenticabile, 300 metri sotto di noi ci sono dei daini che brucano l'erba tranquilli.

Riprendiamo la strada verso Quebec City, un serpente di asfalto in mezzo a delle foreste di latifoglie, zero traffico e zero centri abitati, cartelli ovunque che segnalano (come del resto in molte zone del New England) l'attraversamento di alci e daini. Lungo la strada come era successo in mattinata vicino a Conway incontriamo tre tacchini selvatici.

Decidiamo di fermarci al Best Western di Drummondville, una cittadina di 70.000 abitanti. Ceniamo al Cage aux Sports, un classico ristorante dagli ampi spazi con almeno 30 televisori che trasmettono trasmissioni sportive, la carne che ci servono è buonissima. Rimango affascinato dall'accento particolare dei canadesi che parlano francese.

Alle 22.00 siamo in camera per il decaffeinato della sera, qui in tv non c'è il weather channel ma in compenso trovo la versione canadese (meno bella), ovvero météo media.

 

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