Viaggio West USA 2009 (ottobre)

 

Questa volta ho deciso di tenere (ispirandomi al mio "mentore" Sandro Rizzetto www.rizzetto.com) un diario del viaggio che ho tanto sognato di fare, e di scriverlo durante il viaggio stesso, per non dimenticare gli attimi ed i momenti più belli e significativi. Ospito il diario in questa pagina "riservata" del mio sito che non è pubblica, il mio sito ha altri fini. Le foto sono in formato ultraridotto per rendere agevole la lettura e lo scarico su internet, questo ovviamente a discapito della qualità, della risoluzione.

L'idea del viaggio è nata da un po' di tempo, il West degli USA è rimasto nel nostro cuore dopo il bel viaggio del 2007 (Los Angeles - San Diego - Yuma - Flagstaff - Route 66- Grand Canyon - Monument Valley - Arches - Canyonland - Brice Canyon - Antelope - Zion - Las Vegas - Valle della Morte - Mono Lake - Bodie - Yosemite - Sequoia Park - San Francisco... viaggio un po' al galoppo, considerati i 6000 km di strada macinati in due settimane). Questa volta l'obiettivo sarà Yellowstone dove ci fermeremo qualche giorno, Salt Lake City - Denver, quello che sta tra Yellowstone e Denver lo scopriremo sul posto)

Il volo aereo è previsto per venerdì 2 ottobre: Verona-Roma  Roma-Chicago Chicago-Denver Denver-Billings.

2 ottobre 2009: 1 giorno (Levico Terme - Denver)

Sveglia a Levico alle 3.45, partenza per Verona alle 4.45 dove arriviamo alle 6 in punto. Il volo Verona Roma parte 5 minuti in anticipo ed i 415 KM di volo scorrono in circa 60 minuti. Francesca tenta di spezzare il collo a me ed al suo vicino di sedile giapponese reclinandoci in un nano secondo lo schienale, l'attentato non sortisce effetto, il giapponese non chiuderà occhio tutto il viaggio, temendo altri attentati...scherzo.

 L'aeroporto di Fiumicino è un po' caotico ma con il metro-shuttle raggiungiamo velocemente il Terminal 5. I bagni dell'aeroporto sono piuttosto sporchi o addirtittura non funzionanti (questo contrasterà palesemente con i bagni lindi e puliti trovati a Chicago e Denver poche ore dopo, e scopriamo che dal nostro terminal per acquistare un quotidiano dobbiamo riprendere lo shuttle e rifare i controlli (hanno chiuso l'edicola e licenziato tutti i dipendenti ci racconta un'altra commerciante un po' amareggiata), e questo mi fa innvervosire.

Alle 11.30 parte il volo per Chicago della America Airlines. Il volo è su un boeing 767 (7 sedili per fila), le hostess sono americane e sono le più vecchie che io abbia mai visto in vita mia, penso subito alle differenze nei sistemi previdenziali e probabilmente sui modi di vivere diversi. L'aereo ha solo dei piccoli schermi da un 20 pollici direi e ci spara solo film in inglese e tra l'altro lo stesso film con un triste Dustin Hoffmann due volte a distanza di 4 ore.

Francesca fa conoscenza con una ragazza di Roma che va a lavorare a Salt Lake City e spera di diventare una ricercatrice nel campo della biologia medica.... l'ennesima fuga di cervelli.

 Le 10 ore di volo passano in fretta (7.739 km) ed atterriamo in anticipo a Chicago. L'aeroporto di Chicago si trova ad oltre 1 ora dalla città, è grandissimo e pulitissimo, mi sorprende sempre vedere questi enormi corridoi con la moquette. Le formalità "per l'immigrazione"  sono veloci, scopriamo che nonostante l'Esta si deve compilare comunque il solito modulo verde così come quello per la dogana. Il poliziotto/doganiere che ci prende le impronte sembra uscito da un car delle reclute, burbero e maleducato (un eccezione qui negli USA).

Atterratti alle 15,00 attendiamo al Terminal 3 la partenza del volo per Denver, purtroppo (chissà se per colpa della pioggia) il volo partirà con 30 minuti di ritardo, ed atterrerrà con 30 minuti di ritardo.

Il volo Chicago Denver (1.426 km) dura circa due ore e 30 minuti, lasciamo alle nostre spalle la perturbazione che interessava Chicago ed atterriamo (in ritardo) a Denver, dove ci attende una temperatura di 3°C.

A Denver nonostante in soli 20 minuti riusciamo a percorrere tre terminal ed a recuperare il bagaglio non veniamo imbarcati, arriviamo alle 20.30 al check in e l'aereo partiva alle 21.00 (bastavano 15 minuti in più). Un gentilissimo addetto della United, ci prepara i boarding pass per il volo della mattina dopo alle 08.30, non solo visto che si rende conto che siamo spaesati ci prenota una camera in un hotel (il Springhill Suites Mariott) e ci fa accompagnare fino allo shuttle. Arriviamo così in soli 15 minuti all'hotel con un simpatico autista del quale riesco a decifrare le parole, la suite dell'hotel è davvero bella, un appartamento per soli 68 dollari a notte in due. Entriamo nella camera e ci assale un freddo polare, 16°C ed aria condizionata a manetta, nonostante la temperatura esterna, accendiamo così il riscaldamento. Sgranocchiamo delle patatine e degli snack in camera guardando il Weather Channel, le temperature nel nord ovest degli USA in questi giorni sono di circa 11°F inferiori alla media con punte di 18°F.

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