11 agosto Auberives Saint Marcellin La Sone Auberives Vassieux Altopiano del Vercors Veyrand KM 120 – a caccia di doline e di dolinatori…
Giornata molto positiva dopo la giornata di merda di ieri, la mattina colazione alla Grande Maison, il gestore, al quale sto particolarmente simpatico…, questa mattina non ha probabilmente altri suoi simili con cui parlare (francesi) pertanto mi porterà la colazione e le uniche parole che pronuncerà saranno “lei non dorme molto” ed io risponderò “si non dormo molto”… cuion (questo perché sono l’ultimo cliente che arriva la sera ed il primo a fare colazione).
Ad ogni modo trascorriamo la mattina a Saint Marcellin tra un bistrot e l’altro e nel mercato, ci fermiamo anche a scattare qualche foto a La Sone un bel paesino tipico posto sul fiume Isere, nel quale è presente un castello risalente al 1200 (vedi foto), rientrati ad Auberives per il pranzo, il pomeriggio partiamo alla volta di Vassieux dove c’è la “fete du bleu”, la festa del formaggio “bleu”, che sta per blu, è un erborinato molto buono.
Vassieux è un comune di soli 360 abitanti situato a quota 1050 metri su uno sperone calcareo che domina una valle carsica di tipo a Polje, il carsismo è uno dei fenomeni tipici del massiccio del Vercors.
Vassieux come tutto il Vercors è nota alle cronache per l’aspra resistenza operata nei confronti degli invasori tedeschi, l’episodio accaduto il 21 luglio 1944 è degno di un film, i maquisard (i partigiani di qui) avevano costruito una pista aerea sull’altopiano per gli alleati, i tedeschi decisero di sfruttarla prima, atterrarono alle 07.30 di mattina del 21 luglio con degli alianti partiti da Lyon, ogni aliante portava 10 persone, il volo durò un’ora e trenta ed ovviamente erano rimorchiati da un aereo a motore, dopo una prima sorpresa i partigiani iniziarono a sparare agli alianti ed ai tedeschi che si rifugiarono in paese, fu un giorno di duro combattimento ed i tedeschi stavano soccombendo anche perché a causa del maltempo non potevano ricevere rinforzi. Il giorno 23 partirono altri 10 alianti da Chabeuil, solo 7 arrivarono a Vassieux nel frattempo arrivarono anche le truppe terrestri. Gli abitanti di Vassieux (73 su 430) nonché i partigiani (91) vennero massacrati ma anche torturati dai parà tedeschi (della Luftwaffe) anche se per lo più erano originari dell’est europa (Ucraini, Russi, del Caucaso e tra di loro c’erano pure diversi francesi, probabilmente della Gestapo di Lyon).
Negli stessi giorni dell’attacco i tedeschi uccisero anche i 35 partigiani feriti nascosti nella vicina grotta della Luire, mia madre che in quel periodo si trovava ad Auberives ai piedi del Vercors si ricorda di una bambina di Vassieux lasciata morire di sete dai tedeschi, durante la gita mia mamma racconta anche un episodio occorsole in quel periodo, camminava in paese con degli adulti (compreso mio nonno), tutti con la camicia bianca, un aereo tedesco li vide ed iniziò a sparare su di loro, gli uomini si tolsero subito le camicie e si nascosero, mia mamma venne messa nell’erba, i proiettili finirono nel Canal (oggi non sarei qui…)
La festa è davvero simpatica, situata nelle vie del paese e soprattutto in questo altopiano fantastico che assomiglia un po’ a Vezzena, vengono venduti prodotti tipici ma la parte bella sono stati gli animali: mucche, pecore (alcune tosate sul posto), capre (abbiamo bevuto il latte caldo appena munto), papere, oche, galline “pelose”, fagiani, cavalli, asini, quaglie (che seminano uova ovunque…) davvero bello. Ci sono 28°C a Vassieux nonostante i 1050 metri di quota e l’asfalto è particolarmente imbevuto di catrame che inizia a sciogliersi ed attaccarsi alle suole delle persone, intervengono degli operai del posto che seminano sabbia sull’asfalto per evitare di dover scollare le persone.
La parte bella della fiera è lo stand del Parco Naturale del Vercors, ma faccio un passo indietro, prima di partire per la vacanza avevo notato la somiglianza morfologica del Plateau con quella degli Altipiani di Vezzena ed Asiago, qui ci sono un sacco di conche e vallette chiuse, il fatto stesso che mia cugina Nathalie che abita a Villard de Lans, mi avesse detto che in alcune zone la temperatura in inverno arriva a -30°C era la prova del 9. Avevo quindi portato con me una serie di datalogger, con l’obiettivo di verificare la presenza di conche e di chiedere l’autorizzazione per il posizionamento degli stessi; torno quindi a parlare della visita dello stand del Parco, qui conosco una guida alla quale parlo del progetto “doline e siti freddi” di Meteo Triveneto chiedendo se anche qui si verifica questo fenomeno e soprattutto se vengono effettuate delle rilevazioni, la guida si illumina e mi fa vedere su un plastico i loro siti freddi “Combes froides”, mi dice che un suo collega (le chef – il capo) è la persona che segue il progetto ma di tornare dopo qualche decina di minuti in quanto ora non presente. Ritorno dopo un’ora circa e conosco il sig. Pierre Eymard conservatore del Museo del Parco del Vercors indirizzo del sito del parco www.parc-du-vercors.fr, il quale mi spiega che effettuano anche loro delle rilevazioni e che ne sito freddo di Darbonouze a quota 1300 metri circa hanno rilevato -38,5°C, anche lui abita a Lans en Vercors sul fondo della conca in cui è stato costruito il paese e ci sono spesso dai 6°C ai 10°C di differenza da “fuori paese” rispetto a dove abita lui. C’è anche una stazione meteo, posta poco fuori dalla conca, mi fornisce altri indirizzi internet dove trovare un po’ di dati nonché il suo indirizzo e-mail nonché il numero di cellulare, con l’obiettivo di tenerci in contatto e scambiarci le conoscenze, sono molto contento.
Scendiamo da Vassieux passando dalla Chapelle en Vercors e mi fermo poi a Pont en Royans a scattare delle belle foto al tramonto alle case sospese sul fiume Bourne, le celebri Maisons Suspendues.
Rientrati ad Auberives, trascorriamo la serata nella nuova e bellissima casa di mio cugino Stephane a Veyrand.