Levico Terme – Moncenisio – Auberives en Royans 790 km
Primo giorno di viaggio, partenza da Levico alla volta della Francia, arriviamo dopo 3 ore e 45 minuti a Torino (ci impressiona lungo la Pianura Padana, la siccità, interi raccolti di mais "seccati") ed in circa un’altra ora siamo al confine con la Francia, nonostante avessimo il pass per il Frejus decidiamo di fare il colle del Moncenisio, uno perché la giornata è stupenda due perché dopo averlo fatto almeno per 18 anni da “giovane” ogni estate mi è rimasto nel cuore.
La giornata infatti è una delle più limpide di tutta l’estate, arriviamo al valico del Moncenisio a quota 2083 metri (la strada arriva a quota 2100 metri in alcuni tratti) interamente in territorio francese, il nome Cenisio pare che derivi dalla parola cenere, cenere che i accumulò sul posto a seguito di un incendio (non si sa l’epoca, ma anche durante la costruzione della diga furono trovati accumuli di cenere). Il valico segna il confine tra le alpi Graie e le Cozie.
Napoleone fece costruire qui tra il 1803 ed il 1810 la grande strada di collegamento ed un ospizio ora sommerso dal lago (parlerò dopo della diga), qui passava anche una ferrovia che venne smantellata nel 1847 seguito la costruzione del tunnel ferroviario del Frejus.
Il valico fino al 1947 era italiano ma passò alla Francia dopo i trattati di Parigi (indennizzo per danni di guerra).
Il Colle del Moncenisio nei secoli ha avuto una grande importanza militare. Con la cessione della Savoia alla Francia (1860) è diventato il valico di confine tra Francia e Italia. Ha quindi visto la realizzazione di grandi sistemi fortificati che dovevano difendere l'accesso al passo da un'eventuale azione nemica rivolta verso la Valle di Susa.
Nel 1874-80 il Regio Esercito italiano creò la Piazza militare del Moncenisio, costituita dai forti in pietra Cassa, Varisello e Roncia. A questi aggiunsero altre importanti batterie e fortificazioni, come la Batteria Pattacroce e le opere fortificate erette sulla cima del monte Malamot. I Francesi a loro volta costruirono su un'altura presso il vecchio confine il Fort de la Turra. Nei primi anni del XX secolo il colle vide la costruzione delle due batterie corazzate La Court e Paradiso. Negli anni Trenta, sotto il regime fascista, furono realizzate le opere in caverna del Vallo Alpino.
Tutte queste fortificazioni sono passate in territorio francese dopo le rettifiche di confine avvenute nel 1947 in forza del Trattato di Parigi. Rimangono numerosi resti delle opere militari, visitate ogni anno da centinaia di persone.
Al valico c’è anche una struttura a Piramide costruita dall’EDF nel 1968 per celebrare la campagna di Egitto di Napoleone.
Il lago del Moncenisio venne realizzato nel 1968 si trova interamente in territorio francese anche se geograficamente è nella Val di Susa (questo sempre a causa dei trattati del 1947), ha una capacità di 320 milioni di metri cubi d’acqua, una superficie di 665 ettari, i 320 milioni di m3 sono divisi tra le centrali di Avrieux vicino a Modane (270 milioni) e quella di Venaus in Italia (50 milioni), questo spiega lo strano movimento delle acque nella diga ad ovest (verso la Francia), si muovevano come se venissero risucchiatte (piuttosto inquietante devo dire).
Tornando al diario di oggi, arrivati in fondo alla Diga (si tratta di una diga non in cemento ma in materiale naturale, scarti di cava – barrage a poids viene definito in francese) decidiamo di percorrere una strada che porta in una valle a sud del lago, proseguiamo per oltre 8 km su strada asfaltata e poi sterrata, che proseguirebbe ancora a dire il vero e raggiungiamo i 2183 metri del Colle del Piccolo Moncenisio. Da notare che qui molti contadini tagliano il fieno fino a quota 2100 metri (mai visto da noi).
Proseguiamo a piedi fino a circa quota 2250 metri, ci sono molti escursionisti e facciamo conoscenza di una signora (le chiediamo di scattarci qualche foto), una professoressa di Lione che ha una casa a Sardières/Sollières sotto Lanslebourg, ci racconterà che anche il marito è professore, due figli laureati in diritto (uno avvocato, uno ispettore delle Imposte) e due ricercatori (uno a Parigi ed uno a Nizza Sophia Antipolis, quest ultimo in partenza per un anno in Arabia Saudita con moglie – sposata una settimana prima della partenza per evitare rogne) insomma una famiglia di “secchioni”.
Dopo aver lasciato la signora a Sardières (lei era salita a piedi fino al colle del Piccolo Moncenisio da Bremans, ma la discesa era troppo ripida per figlio e compagna, questo il motivo dell’autostop, proseguiamo alla volta di Grenoble dopo esserci fermati per scattare qualche foto al forte vicino a Modane, questo forte si chiama la Redoute Marie Thérèse e venne costruito agli inizi del 1800 quando il territorio era sotto il Regino di Piemonte/Sardegna, è un complesso di ben 5 fortificazioni, spettacolare. Tra l'altro si può attraversare la gola che lo separa dalla strada attaccati ad una carrucola che scorre su un cavo sospeso (impressionante.
Dopo un pic-nic (quasi alle 17.00) vicino a Saint Jean de Maurienne proseguiamo alla volta di Auberives dove arriiviamo alle 18.45 con un po’ di patema visto che l’auto inizia a fare i capricci e si accende una spia che consiglia di portarla in officina.
Prendo la mia camera nella chambre d’hotes La Grande Maison, una vecchia fattoria molto carina posta su una collina a quota 280 metri, direi la prima collina prima delle Prealpi, di cui si gode una bella vista www.grandaison.eu nella camera La Franquette con una bellissima vasca posta all'interno di una botte in stile Trinità :-)
Scendiamo poi ad Auberives paese dai parenti dove dopo cena lascerò i miei genitori a dormire.