Partenza da Levico ad ore 10.00 - Troviamo un po’ di traffico tra Affi e Peschiera, tant’è che abbandoniamo la tangenziale per percorrere la vecchia strada che porta a Peschiera e saltare almeno 15 minuti di coda.
Il viaggio prosegue poi tranquillo ed in 5 ore arriviamo al confine Italia/Francia di Ventimiglia, 5 ore da Levico, quando in condizioni di traffico scorrevole ce ne vogliono circa 4,5.
Ci fermiamo come da “tradizione” a La Turbie, un caratteristico paesino arroccato sopra il Principato di Monaco, è conosciuto per il Trofeo delle Alpi, Il monumento venne eretto negli anni 7-6 a.C. in onore dell'imperatore Augusto per commemorare le vittorie riportate dai suoi generali e la definitiva sottomissione di 46 tribù alpine. Servì inoltre a demarcare la frontiera tra l'Italia romana e la Gallia Narbonese lungo la Via Julia Augusta.
Il monumento è costruito proprio nel punto in cui “finiscono” le Alpi.
La costruzione, concepita secondo il modello architettonico vitruviano consisteva di un piedistallo quadrato misurante 38 m di lato, sulla cui facciata occidentale era apposta un'iscrizione. Il secondo ordine era composto da un basamento su cui poggiavano 24 colonne doriche.
Il testo riporta tutti e 46 i nomi delle tribù sconfitte in ordine cronologico e geografico ed è affiancato da due bassorilievi della Vittoria alata. Parimenti visibile è il "trofeo" in senso stretto, ossia una raffigurazione delle armi conquistate ai nemici e appese ad un tronco d'albero. Ai due lati del trofeo sono raffigurati coppie di prigionieri galli in catene.
Anche questa volta essendo lunedì il monumento è chiuso (alla faccia della crisi), fortunatamente lo abbiamo già visitato due volte con gli amici Alle e Michela e con Enrico e Letizia, così ci limitiamo a visitare il paesino ed a vedere il monumento da fuori oltre che a fotografare Montecarlo dall’alto.
Entriamo anche nel cimitero di La Turbie posto su un’amena collina, ci colpiscono due cose, il tipo di tombe, sembra che le bare non vengano sepolte ma inserite in una specie di sarcofago di cemento rivestito di marmo, la seconda cosa sono i cognomi, perlopiù italiani.
Ci fermiamo a bere una birra in un bistrot sulla Piazza, dove tra l’altro erano state girate diverse scene del film Ronin con Jean Reno e Robert de Niro (da vedere). Il barista (nato stanco) ci comunica che il pane è finito e che non può farci dei sandwich, ma gentilmente ci dice che se vogliamo prenderli al panificio, possiamo consumarli lì senza problemi, così vado a prendere due sfoglie ripiene di carne una e di formaggio di capra e spinaci l’altra, oltre ad un dolcetto a base di crema di mandorle e lamponi.
Nella piazza fotografo il campanile del paese che è caratteristico in quanto ha un'unica lancetta.
Risaliamo in auto e passiamo da Eze, un altro Village Perché bellissimo, ma che abbiamo visitato già più volte in passato, oggi è troppo tardi. Prendiamo la strada che rapidamente ci porta verso Nizza, che ci sembra ancora più grande del solito, in realtà è il quinto comune della Francia. Dopo alcuni scatti dalla Corniche su Nizza, scendiamo in città ed in mezzo ad un traffico caotico raggiungiamo l’autostrada che ci condurrà dopo circa mezz’ora a Cannes, anche qui un traffico caotico ci farà raggiunger l’hotel dopo mezz’ora per percorrere pochi chilometri.
Prendiamo camera all’hotel Best Western Riviera, caratterizzato da un’enorme parete ad ovest con il ritratto di Marylin Monroe. L’hotel è carino e pulito, anche se nelle immagini sul web non compariva la strada nazionale sotto di esso e nemmeno la ferrovia, ad ogni modo è vicino al centro, ha un bel parcheggio, le stanze sono insonorizzate e climatizzate. Sul tetto al 7° piano c’è una terrazza panoramica con una bella piscina. Il Direttore ci informa che questa sera ci saranno i fuochi d’artificio rinviati il 14 luglio per maltempo.
Dopo un bagno in piscina ed aver aggiornato il diario, ci avviamo a cena.
Prima di cena guardiamo i fuochi d'artificio, che rientrano in un concorso internazionale che dura tutta l'estate (6 esibizioni da quel che ho capito), i fuochi vengono sparati dal golfo prospiciente La Croisette, sono spettacolari, 30 minuti di "fuoco" a ritmo di musica.
Dopo i fuochi c'è talmente tanta gente che lascia La Croisette che ci impieghiamo 30 minuti a piedi a raggiungere il ristorante, che si trova ai piedi della vecchia città, si chiama Le Rendez Vous, mangiamo molto bene, zuppa di pesce, calamari fritti e pesce all'Aioli (una salsa tipo maionese con aglio, micidiale, praticamente il primo metodo anticoncezionale inventato dall'uomo "mediterraneo") "annaffiati" da un vino bianco della casa, leggerissimo ma che col caldo estivo si trova al posto giusto. Francesca si lascia andare col vino e per la prima volta in 24 anni di onorata carriera la vedo "brilla", tant'è che quando paga il conto esibisce al cameriere (che peraltro non voleva vederla) al posto della carta d'identità la tessera "gold" di Sephora...
Dopo cena, facciamo un salto al Casinò che si trova nello stesso palazzo dove si tiene il Festival del Cinema, caratterizzato all'entrata da un bellissimo acquario con pesci giganteschi, lì riesco a moltiplicare per 1,5 il capitale investito, vendicando in parte "lo sgarro del compleanno" ad Innsbruck, venerdì scorso.
Rientriamo poi verso l'hotel, lungo la Croisette si sprecano le Ferrari e le Bentley, guidate spesso da ragazzoni con l'autoradio a palla, e ci chiediamo se l'auto sia loro, del papi o a noleggio.
Rientrando all'hotel entro in un bar gestito da arabi per chiedere una bottiglia d'acqua, è l'una di mattina e stanno cenando, il proprietario non trova l'acqua nel bar, e riapre apposta per me il negozio a fianco, con una saracinesca, tipo garage, con due lucchetti ed una serratura, ci impiega 5 minuti buoni, quasi quasi vorrei scappare.