Dopo colazione partiamo alla volta della 34à dove andiamo a prendere per la prima volta la metropolitana (notare che proprio ieri a Time Square un uomo è morto, in quanto un pazzo lo ha buttato giù dalla banchina sui binari, molte polemiche per una foto scattata da un fotografo e pubblicata sul New York Times che ritrae l'uomo che tenta di risalire mentre arriva il treno, tutti si chiedono perché il fotografo non abbia aiutato l'uomo a risalire anziché fotografarne la morte) che ci porterà fino alla 81à dove andiamo a visitare il Museo di Scienze Naturali, quello conosciuto ai più perché ci hanno girato il film “Una notte al museo” con Ben Stiller, uno dei più grandi musei di scienze naturali al mondo, occupa ben 1200 dipendenti. Le sezioni che più ci hanno colpito sono quella di paleontologia dove sono esposti una quantità incredibile di scheletri di dinosauri e quella dei meteoriti, all’arrivo abbiamo anche assistito ad una proiezione nel planetario sulle stelle.
Usciamo dal museo alle 15.30, ci fermiamo a mangiare hot dog e falafel in uno dei tipici chioschetti che si trovano spesso a New York, attraversiamo quindi Central Park al tramonto dove scattiamo molte foto, è sempre suggestivo vedere questo bosco circondato dai grattacieli e non possiamo non dare da mangiare a qualche scoiattolo.
Ci fermiamo ad acquistare delle foto vintage di New York, da un simpatico venditore col quale iniziamo a parlare insieme al suo collega del banchetto vicino, a me piace sempre sapere dove e come vive la gente e faccio qualche domanda, scopriamo che uno è russo per la precisione di Mosca, mentre l’altro è di origine italiana, di Roma, ma nato negli USA, scopro che loro non devono pagare tasse di occupazione del suolo pubblico a differenza dei venditori di hot dog o di souvenir, questo in quanto sono artisti. L’italiano ci dice di abitare a downtown mentre il russo abita a Staten Island.
Il russo ci fa anche un po’ di sconto e ci regala una cartolina natalizia con la neve a New York e Babbo Natale (Santa Claus), ci dice che il Babbo Natale è proprio lui.
Scendiamo lungo la 5à avenue e dopo esserci lasciati per circa due ore per visitare dei negozi alle 20.00 ci ritroviamo sotto l’Empire, da lì risaliamo fino a Time Square (sempre incredibile) dove andiamo a cena in un ristorante irlandese davvero carino, si chiama O’Lunney’s, lì scambiamo quattro chiacchere (per modo di dire, perché siamo invasi da un fiume di parole…) con la cameriera, che è ucraina, parliamo di Sandy, della neve a New York, del Fiscal Cliff (si capisce che lei non sa cosa sia) e dei Maya e della fine del mondo (questa cosa sembra essere il suo unico pensiero…). Ci racconta che durante la nevicata del 27 dicembre 2011 si bloccò tutto oltre che i taxi anche la metro, impiegò ben 4 ore per tornare a casa di cui 3 a piedi nella neve, mentre un suo collega a causa di Sandy non è venuto al lavoro per ben 11 giorni di fila.
Dopo cena (è ormai mezzanotte) scendiamo sulla 34à e saliamo sull’Empire State Building, scopro che due ore prima una “stronzetta” aveva provato a fregarmi, io avevo già il biglietto per salire, incluso nel City Pass, ma lei mi ha detto che avrei dovuto attendere più di un’ora per salire per via delle code e che pagando a lei una differenza di 23 $ a testa avrei avuto la precedenza nel salire, questo magari è vero alle 5 del pomeriggio ma non a mezzanotte, in realtà siamo solo in 4 in cima all’Empire e saliamo senza aspettare un secondo, tuttavia ai controlli mi sequestrano il treppiede della macchina fotografica. In cima tira un vento pazzesco, penso raffiche sugli 80 km/h, ho addirittura paura a fare le foto che mi caschi giù la macchina fotografica, questo il motivo secondo me del sequestro del treppiede. Lo spettacolo da in cima all’Empire è incredibile, si vede una metropoli pazzesca, con le sue luci ed i suoi incredibili grattacieli. L’Empire viene chiuso alle 01.30 (causa vento) e dobbiamo attendere 15 minuti nella magnifica hall perché mi riportino il treppiede. Andremo a dormire alle 02.00, sfiniti