30/11 Levico - New York

Finalmente si parte.
Dopo aver dormito poco più di due ore, sveglia alle 03.30 e partenza alle 04.30 alla volta della Malpensa dove arriviamo alle 07.30 al parcheggio Park & Fly (sempre gentili e cortesi, consigliatissimo economico e vicino al Terminal1), il tema della prima parte della giornata sarà Sarah Jessica Parker, forse perché condizionato da un collega che mi ha chiesto se Francesca aveva mai visto Sex and the City (una serie girata a New York la cui protagonista principale è proprio la Parker), incontrerò nell’ordine:
una sosia che sale sullo shuttle che ci porta al Terminal 1 alla Malpensa, capirò che non era lei perché esordirà con un “uelà che ci hai messo i pali d ferro nelle portiere?” con un forte accento lumbard, comunque era identica,  l’operatrice del ceck in della Delta Airlines che si chiama Jessica e per ultima una hostess della America Airlines identica alla Parker da vecchia.


In aeroporto tutto fila liscio, dopo il ceck in passiamo il controllo passaporto, speravo mi controllassero la marca da bollo visto che l’ho acquistata, ma niente manco questa volta, due finanzieri mi guardano ma niente neanche loro, vengo invece bloccato dopo i controlli dei bagagli a mano, in quanto, visto che faccio il facchino e sono distanziato da Francesca e quindi solo, sono “sospetto” (porto una mia borsa da 700 kg più un trolley di Francesca -  me lo dice apertamente la donna che mi controlla, “l’ho vista con due bagagli e da solo…”), passa una specie di tovaglietta con un disco al centro sui miei oggetti e poi la inserisce in una macchina che fa delle analisi, tutto bene.


In aereo prendiamo la fila 44, la penultima, il che non è un problema, se non ci fossero due neonati nel raggio di tre metri, io penso che fare un viaggio con dei cuccioli di iena o di diavolo di tasmania sia meno fastidioso, hanno  “miagolato” ininterrottamente per 9 ore, si davano addirittura il cambio…. “bastardini…”


Il volo della Delta si svolge senza intoppi ed il servizio è sempre cortese così come il cibo è buono, passano davvero spesso a portarti da bere ed abbiamo diritto ad un pasto ed una merenda.
La rotta è sempre da “mappamondo” come la definisco io, nel senso che si parte da una latitudine Nord di circa 45,37°C si sale fino ad una latitudine di 57°N per poi “scendere” fino ai 40.45°N di New York,   la cosa mi lascia sempre perplesso, se guardassimo questa rotta su una cartina geografica sembra una follia, ma se prendiamo una sfera ed uniamo i due punti la cosa ha già più senso, anche se sono convinto che non sia il tragitto più breve ma ci siano anche delle motivazioni legate alle rotte che devono seguire gli aerei.
 

La temperatura in quota raggiunge il suo minimo di -58°C a 10.302 metri di quota sopra il Canada. La parte di Canada che sorvoliamo è innevata (non molto) ma laghi ed incredibilmente molti fiumi sono già completamente ghiacciati.
 

Ad ogni modo dopo 9 ore di volo e 7.000 miagolii e lamenti vari arriviamo a New York (partenza ore 10.20 atterraggio ore 13.20 – km in volo 6.400), passiamo i controlli della polizia di frontiera dove troviamo un ispanico simpaticissimo, il cognome era tipo Azteca… e qualcos’altro che scherza con noi perché non siamo sposati, alla fine mi dice in inglese “scommetto che anche se ti parlo in fretta capisci bene quello che ti dico” – “quando vi sposate?” ed io rispondo “non ho capito, non ho capito?” ah ah ah.


In aeroporto prendiamo un Super Shuttle (per la prima volta nella mia vita riesco a fare una telefonata in inglese a capire cosa mi hanno detto ed a farmi capire) e verrà a prendermi un ragazzo di colore, capirò che cerca me solo dopo 30 secondi, il nome Giampaolo è diventato “Gimbolo”, dopo essere passati da altri due terminal partiamo alle 15.35 alla volta di Manhattan, passando da parte di Queens e Bronx per poi prendere un tunnel che ci porta vicino al palazzo dell’Onu, il traffico è bloccato, ci impieghiamo un’ora e mezza. L’autista dello shuttle si guadagnerà una bella mancia, perché durante tutto il tragitto ci farà ascoltare musiche natalizie, le mie preferite.


Prendiamo camera al Ramada Inn Eastside, camera piccola ma pulita e “simpatica” con vista su un paio di grattacieli storici (vedi foto).


Usciamo per andare a cena, arriviamo fino all’Empire State Building ed andiamo a vedere la hall dell’hotel dove avevamo dormito nel 2004 (il New Yorker – si vede spesso in TV al TG1 alle spalle del cronista), in città c’è una confusione infernale (come sempre), ci fermiamo a mangiare proprio ai piedi dell’Empire State Building, nella Heartland Brewery una simpatica birreria che fa angolo sulla Fifth Avenue, visto che le analisi del sangue sono eccellenti (grazie Carlo e Graziella per essere andati a ritirarle) colesterolo sceso da 279 a 168, mi concedo dopo due mesi un hamburger con patatine fritte ed una birrazza.

Quello che colpisce camminando per strada a New York sono gli odori fortissimi, in particolare di cibo, frutto anche dei "gabbiotti" che vedono hot dog, caldarroste, spiedini ecc...


Il jet lag si fa sentire, alle 20.00 (per noi le 2 di mattina) casco dal sonno, ci fermiamo da Douanereade a fare degli acquisti ed andiamo in camera dove alle 22.00 siamo già nel mondo dei sogni.


Nota di colore: in tv hanno fatto vedere una famiglia (la famiglia Hill) con tanto di intervista, che ha vinto 293 milioni di dollari al Power (una specie di super enalotto)….non ho parole.
 

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