Levico Terme Bessans Savoia km 520
Levico Terme, Torino, Moncenisio, colle del Piccolo Moncenisio, Bessans
Purtroppo questo viaggio doveva essere una festa di famiglia, dovevamo andare tutti insieme al matrimonio (postumo) di mio cugino Stéphane, ma purtroppo mamma e papà e di conseguenza Sandro e famiglia sono dovuti rimanere in Italia, e solo Francesca ed io siamo venuti per qualche giorno in Francia in rappresentanza della famiglia, la promessa che faccio è che se mamma e papà si riprendono ci veniamo a Natale, dai dai dai.
Siamo partiti con calma alle 10.15 da Levico Terme, autostrada fino a Susa e poi il mitico Moncenisio, che dopo averlo fatto per 18 anni da “giovane” ogni estate mi è rimasto nel cuore.
Prima di arrivare al valico ci fermiamo sotto la diga in una specie di gost town dove c'è una chiesetta del 1600, in un nucleo abitato, ultimo residuo del paese di Moncenisio allagato dalla diga. Lì a fianco c'è un bellissimo chalet in pietra con un laghetto con le trote, il tutto al cospetto del bellissimo Rocciamelone.
Arriviamo al valico del Moncenisio a quota 2083 metri (la strada arriva a quota 2100 metri in alcuni tratti) interamente in territorio francese, il nome Cenisio pare che derivi dalla parola cenere, cenere che i accumulò sul posto a seguito di un incendio (non si sa l’epoca, ma anche durante la costruzione della diga furono trovati accumuli di cenere). Il valico segna il confine tra le alpi Graie e le Cozie.
Napoleone fece costruire qui tra il 1803 ed il 1810 la grande strada di collegamento ed un ospizio ora sommerso dal lago (parlerò dopo della diga), qui passava anche una ferrovia che venne smantellata nel 1847 seguito la costruzione del tunnel ferroviario del Frejus. Il valico fino al 1947 era italiano ma passò alla Francia dopo i trattati di Parigi (indennizzo per danni di guerra). Il Colle del Moncenisio nei secoli ha avuto una grande importanza militare. Con la cessione della Savoia alla Francia (1860) è diventato il valico di confine tra Francia e Italia. Ha quindi visto la realizzazione di grandi sistemi fortificati che dovevano difendere l'accesso al passo da un'eventuale azione nemica rivolta verso la Valle di Susa.
Nel 1874-80 il Regio Esercito italiano creò la Piazza militare del Moncenisio, costituita dai forti in pietra Cassa, Varisello e Roncia. A questi aggiunsero altre importanti batterie e fortificazioni, come la Batteria Pattacroce e le opere fortificate erette sulla cima del monte Malamot. I Francesi a loro volta costruirono su un'altura presso il vecchio confine il Fort de la Turra. Nei primi anni del XX secolo il colle vide la costruzione delle due batterie corazzate La Court e Paradiso. Negli anni Trenta, sotto il regime fascista, furono realizzate le opere in caverna del Vallo Alpino. Tutte queste fortificazioni sono passate in territorio francese dopo le rettifiche di confine avvenute nel 1947 in forza del Trattato di Parigi. Rimangono numerosi resti delle opere militari, visitate ogni anno da centinaia di persone. Al valico c’è anche una struttura a Piramide costruita dall’EDF nel 1968 per celebrare la campagna di Egitto di Napoleone. Il lago del Moncenisio venne realizzato nel 1968 si trova interamente in territorio francese anche se geograficamente è nella Val di Susa (questo sempre a causa dei trattati del 1947), ha una capacità di 320 milioni di metri cubi d’acqua, una superficie di 665 ettari, i 320 milioni di m3 sono divisi tra le centrali di Avrieux vicino a Modane (270 milioni) e quella di Venaus in Italia (50 milioni), questo spiega lo strano movimento delle acque nella diga ad ovest (verso la Francia), si muovevano come se venissero risucchiatte (piuttosto inquietante devo dire).
A questo link si possono ammirare un sacco di foto del valico prima della costruzione della diga.
Tornando al diario di oggi, arrivati in fondo alla Diga (si tratta di una diga non in cemento ma in materiale naturale, scarti di cava – barrage a poids viene definito in francese) decidiamo di percorrere una strada che porta in una valle a sud del lago, proseguiamo per oltre 8 km su strada asfaltata e poi sterrata, che proseguirebbe ancora a dire il vero e raggiungiamo i 2183 metri del Colle del Piccolo Moncenisio (fino a qualche tempo fa si pensava che Annibale fosse passato di qui con i suoi elefanti).
Dopo la nostra gita fuori percorsi "scendiamo" al colle del Moncenisio e da lì in meno di 20 km arriviamo a Bessans passando da Lanslevillard. Bessans è un paese di 350 anime, a quota 1730 metri, ho prenotato camera e colazione in una chambre d'hotes Chez Mamie Anna, ci accoglie una signora bionda (niente male... eh eh ) che ci illustra in maniera sintetica ma efficace tutti i servizi della struttura. La camera è davvero carina, tutta in legno e pietra con un sacco di cuoricini. ovunque. La gestrice della struttura, dopo mio interrogatorio, mi racconterà che qui cadono in media 9 metri di neve in inverno e che la zona (come avevo notato, oltre ad aver notato che è un sito freddo su altopiano) è molto soggetta a valanghe, tant'è che d'inverno c'è un sistema computerizzato per farle cadere con dei palloni a gas (idrogeno se ho ben capito), tra l'altro mi ha spiegato che la montagna davanti all'hotel viene colpita d'inverno con un cannone per far cadere le valanghe, i "proiettili" vengono sparati dal fondovalle, fantastico. Facciamo un giro in paese, e faccio un po' di acquisti in un negozio tipico, il nome è un programma "l'angolo d'inverno", in particolare mi piace una tovaglia natalizia per la nostra cucina, che nonostante la contrarietà di Francesca acquisto ugualmente.
Dopo il giro del paese ed essere saliti sulle due chiesette vicine al cimitero che dominano il paese torniamo in albergo per una bella e calda sauna. Alle 20.45 usciamo a cena, ma nei primi due ristoranti veniamo trattati in malo modo, il primo "La Bocona" una faccia da culo di cameriera ci dice che non servono più a quell'ora, nel secondo siamo accolti da un'altrettanto faccia da culo di cameriera che ci dice che è troppo tardi, arriverà poi il proprietario (un brutto ceffo pieno di orecchini e tatuaggi) che ci dirà che è tutto pieno, alle 21.05 entriamo da "La Tordo" e finalmente siamo ben accolti, da persone gentili e mangeremo galettes con formaggi tipici, insalata con noci e formaggio di capra, crèpés al grand marnier (in ricordo di Trinità) il tutto annaffiato da un ottimo Rosé di Savoia. Torniamo in camera alle 22.30 circa, non c'è anima viva in giro, 14°C mentre questa mattina aveva fatto +4,6°C