03/05/14
Charnecles, Grenoble, Moncenisio Levico Terme, km 685
Dopo la colazione e le ultime chiacchiere in compagnia di Marie Claude e Guy, parto alla volta dell'Italia, mi fermo al Carrefour di Saint Egreve per acquistare un po' di ravioles, vino, un atlante stradale.
Quando arrivo a Modane vedo che il colle del Moncenisio è aperto, decido allora nonostante avessi già pagato il tunnel del Frejus di fare il colle, che è come sempre fantastico.
C'è ancora molta neve (meno di un anno fa quando era passato il Giro d'Italia), appena passato il valico devo frenare bruscamente per evitare una marmotta che attraversa la strada, ne vedrò almeno 40 prima di entrare in Italia.
Mi fermo a mangiare al passo su un tavolino, il lago oggi è particolarmente vuoto (vedi foto).
Dopo il pranzo mi attende una traversata del Nord Italia fino a Levico (ci vogliono circa 4 ore e sono circa 430 km).
Storia del passo:
Il valico del Moncenisio è a quota 2083 metri (la strada arriva a quota 2100 metri in alcuni tratti) interamente in territorio francese, il nome Cenisio pare che derivi dalla parola cenere, cenere che i accumulò sul posto a seguito di un incendio (non si sa l’epoca, ma anche durante la costruzione della diga furono trovati accumuli di cenere). Il valico segna il confine tra le alpi Graie e le Cozie.
Napoleone fece costruire qui tra il 1803 ed il 1810 la grande strada di collegamento ed un ospizio ora sommerso dal lago (parlerò dopo della diga), qui passava anche una ferrovia che venne smantellata nel 1847 seguito la costruzione del tunnel ferroviario del Frejus.
Il valico fino al 1947 era italiano ma passò alla Francia dopo i trattati di Parigi (indennizzo per danni di guerra).
Il Colle del Moncenisio nei secoli ha avuto una grande importanza militare. Con la cessione della Savoia alla Francia (1860) è diventato il valico di confine tra Francia e Italia. Ha quindi visto la realizzazione di grandi sistemi fortificati che dovevano difendere l'accesso al passo da un'eventuale azione nemica rivolta verso la Valle di Susa.
Nel 1874-80 il Regio Esercito italiano creò la Piazza militare del Moncenisio, costituita dai forti in pietra Cassa, Varisello e Roncia. A questi aggiunsero altre importanti batterie e fortificazioni, come la Batteria Pattacroce e le opere fortificate erette sulla cima del monte Malamot. I Francesi a loro volta costruirono su un'altura presso il vecchio confine il Fort de la Turra. Nei primi anni del XX secolo il colle vide la costruzione delle due batterie corazzate La Court e Paradiso. Negli anni Trenta, sotto il regime fascista, furono realizzate le opere in caverna del Vallo Alpino.
Tutte queste fortificazioni sono passate in territorio francese dopo le rettifiche di confine avvenute nel 1947 in forza del Trattato di Parigi. Rimangono numerosi resti delle opere militari, visitate ogni anno da centinaia di persone.
Al valico c’è anche una struttura a Piramide costruita dall’EDF nel 1968 per celebrare la campagna di Egitto di Napoleone.
Il lago del Moncenisio venne realizzato nel 1968 si trova interamente in territorio francese anche se geograficamente è nella Val di Susa (questo sempre a causa dei trattati del 1947), ha una capacità di 320 milioni di metri cubi d’acqua, una superficie di 665 ettari, i 320 milioni di m3 sono divisi tra le centrali di Avrieux vicino a Modane (270 milioni) e quella di Venaus in Italia (50 milioni), questo spiega lo strano movimento delle acque nella diga ad ovest (verso la Francia), si muovevano come se venissero risucchiatte (piuttosto inquietante devo dire).