14-15 ottobre: Manteca – Davis Instruments - Point Reyes Faglia di Sant’Andrea – San Francisco km 350 – km totali USA 4.665
Scrivo ormai l’ultima pagina del diario dall’aeroporto di San Francisco in attesa del volo che ci porterà a New York e da lì poi alla Malpensa.
La mattina dopo la colazione al Best Western di Manteca partiamo alla volta di Point Reyes, nell’albergo al piano terra, c’è una camera dove ieri sera c’era un losco figuro, ispanico, a torso nudo con infiniti tatuaggi che fumava e confabulava con un altro losco figuro, questa mattina c’è sempre lo stesso losco figuro con gli occhi strafatti, ci chiediamo se viva lì o cosa faccia lì, mah.
Prima di arrivare a San Francisco vediamo un mega impianto eolico, mai visto uno così grande, giornata poco ventosa, praticamente girava una sola pala.
Per arrivare a Point Reyes dobbiamo attraversare l’area urbana di San Francisco, ma prima voglio passare alla sede della Davis Instruments, principale produttore mondiale di stazioni meteo semi-professionali, arrivo lì ed in realtà scopro che è lo stabilimento produttivo con gli uffici e non esiste un negozio, mi presento alla reception e chiedo se c’è un punto vendita, la risposta no, chiedo allora se posso fare delle foto all’esterno, l’impiegata deve fare due telefonate per avere l’autorizzazione, nonostante abbia detto che rappresento una rete di oltre 100 stazioni meteo Davis in Italia, scattate le foto partiamo alla volta dell’area urbana di San Francisco, rimaniamo incolonnati non poco a causa di un camion che ha perso un carico di bambole di pezza, l’area urbana di San Francisco è enorme, passato il Bay Bridge arriviamo nella zona a nord della città (evitando di attraversarla), ci fermiamo a pranzo a Mill Valley, una graziosa cittadina abitata da gente straricca a giudicare da look delle persone, case ed automobili, la cosa che ci stupisce è che le persone che troviamo nel bar sono tutte magre, in perfetta forma ed anche quelle per strada.
Dopo aver percorso una interminabile strada con mille curve sulla costa, arriviamo a Point Reyes che è un parco nazionale famoso per le proprie coste, ma soprattutto perché di là passa la Faglia di Sant’Andrea, percorriamo il sentiero del “terremoto”, passato alla storia perché nel famoso terremoto di San Francisco del 1906 la terra si “spaccò” di oltre 4 metri. C’è una foto di un recinto che prima del terremoto era perfettamente allineato, in seguito per unire le due sezioni sono stati posizionati dei pali lunghi appunto 4 metri.
La temperatura è elevata soprattutto per il periodo e per la zona, raggiungiamo i 31°C all'interno, gradi che scendono a 23°C quando si va sulla costa (incredibile il potere raffreddante dell'oceano Pacifico)
Scattate alcune foto alla baia, partiamo alla volta di San Francisco dove arriviamo al tramonto attraversando il mitico ponte Golden Gate, la nostra visita a San Francisco sarà molto breve, avendo già visitato la città nel 2007, ci limitiamo a passeggiare lungo i Pier ed a scattare foto lungo il molo (dove troviamo anche una fotomodella che fa un servizio fotografico). Scendiamo fino al Pier39 dove ci sono i leoni di mare, dopo aver visto i leoni e fatto un giro per i vari negozi (ricordo quello che vende le cioccolate Ghirardelli, uno dei più caratteristici) andiamo a cena da Bubba Gump, dove ci concediamo l’ultima cena a base di granchio, lobster (non ho mai capito se è aragosta o astice) gamberetti, vongole, cozze. Il locale che si ispira al film Forrest Gump è molto simpatico, ci sono una miriade di camerieri velocissimi, sul tavolo c’è un cartello “Stop Forrest” quando vuoi fermare il cameriere “Run Forrest” quando è tutto ok, nel locale oltre a trasmettere continuamente in TV il film sono presenti alcuni degli indumenti utilizzati nel film stesso (la maglia da Football di Forrest, il vestito da bambina e da adulta della sua ragazza ecc…)
Terminiamo la cena verso le 22.30, ci avviamo verso l’auto dove arriviamo alle 23.00, facciamo un giro di circa un’ora per le strade in salita e discesa da film (in tutti i sensi ) di San Francisco, passiamo anche a vedere la mitica Lombard Street la strada più corta e con più curve al mondo (così dicono se ben ricordo) poi decidiamo di non prendere una camera in hotel, parcheggiamo l’auto davanti al concessionario della Jaguar di San Francisco e facciamo un pisolino da mezzanotte e mezza alle 2, alle due iniziano a lavare le strade e tutti spostano l’auto con una puntualità svizzera. In quell’ora è mezza è incredibile la gente che è passata in auto, autobus, piedi e bici, la città è vivissima, troppo per i miei gusti. Ci sono numerosi homeless che dormono per strada o chiedono l’elemosina, mi fanno una tristezza tremenda.
Partiamo ma già mentre percorrevo le strade in salita, la spia della benzina si è accesa, da mona ho deciso di andare lo stesso fino all’aeroporto (22 km) senza fare rifornimento (il computer di bordo mi dava 60 km di autonomia), è stata una mezz’ora da brivido, la lancetta era quasi sotto l’ultima tacca, ancor di più mi sono dato del mona quando arrivati all’aeroporto ho sbagliato svincolo, a quel punto, crepi l’avarizia, ho trovato un distributore e fatto ben 5 dollari di benzina (nemmeno Paperon de Paperoni arrivò a tanto), arriviamo al Rental Car Return della Hertz alle 02.45, dopo aver travasato le cose tra le varie valigie restituiamo l’auto al Golden Corner (il servizio normale apre alle 04.00 e chiude alle 23.30), prendiamo il treno che ci porterà al terminal 1 e chiacchieriamo con un uomo dell’Ohio, parlando del tempo, dell’Italia (lui era stato a Milano) e del West degli USA.
Arrivati all’aeroporto ci autofacciamo al self service le carte d’imbarco e passato il body scanner millimetrico facciamo colazione da guava & java, sono le 05.30, fra 20 minuti ahinoi c’è l’imbarco.
Fine di una splendida vacanza.
Arrivo previsto in Italia alle 08.30 di mattina del 16 giugno, sarà lunga.