20 agosto
Colmar – Kaysersberg – Passo Le Bonhomme (Vosgi) – St Die – Selestat – Linea Maginot Freiburg (Germania) km 187.
La mattina dopo aver lasciato l’hotel Ibis facciamo colazione in una Patisserie/Boulangerie tipica a Colmar, andiamo poi in centro a Colmar dove restiamo diverse ore a fotografare le case con la tipica intelaiatura a traliccio (Maison à colombages) tipiche dei paesi nordici. Alcune note climatiche su Colmar, che è la città meno piovosa di Francia con soli 525 mm annui, questo perché le perturbazioni si fermano sui vicini Vosgi e scaricano la pioggia sulla confinante Lorena.
Posteggiamo l'auto in un parcheggio gratuito e passando a piedi in quello successivo, osserviamo una cosa mai vista prima d'ora in Francia, ovvero il "guardatore di auto", due ragazzi, certamente non norvegesi... si appostano ed attendono i polli, in genere coppie di una certa età che quando parcheggiano l'auto vengono avvicinate per avere dei soldi per "guardarle l'auto", porca t... fortuna non è capitato a me, perché avrei reagito molto male e non si sa mai come va a finire.
A Colmari incontramo anche i primi "giovannini" della giornata che troveremo anche a Kaysersberg e Friburgo, per chi non lo sa "Giovannino" è il classico bambino italiano viziato e rompicoglioni, che incontri in ogni posto malfrequentato da italiani, dalle piste da sci, al rifugio (vicino alla seggiovia), alla città europea (quelle conosciute), lo riconosci perché piagnucola, frigna, rompe le palle, vuole gelati, caramelle, giocattoli, ed ha sempre con se il "genitore o i genitori del Giovannino", in genere una coppia con età tra i 40 ed i 50 anni, romani o milanesi e che lo assecondano in tutto. , 9 volte su 10 il marmocchio si chiama "Giovannino".
A Colmar visitiamo anche la chiesa Protestante e poniamo alcune domande al signore che funge da custode, fratello della signora che distribuisce le audio guide nella cittadella di Belfort, una serie di eeeeee e di pause echeggiano ancora nella nostra testa e nella stessa chiesa.
Dopo la visita a Colmar, ci fermiamo nel centro commerciale Leclerc dove acquistiamo un po’ di vino, in particolare qualche bottiglia di Gewurztraminer, quelli di questa zona sono tra i più buoni al mondo, pare che “diano la biada” a quelli di Termeno, parola del mio amico Sandro Rizzetto.
Nel centro commerciale acquistiamo anche formaggio di capra e pane che sarà il nostro pranzo.
La temperatura nel parcheggio del centro commerciale è di 37°C ma grazie ad un temporale scenderà (provvisoriamente a 28°C), durante il temporale ci fermiamo in mezzo alle vigne a mangiare (in auto) ed assistiamo alla scena di un litigio tra corvi e storlini, i corvi hanno cacciato gli storlini.
Lasciamo Colmar e ci avviciniamo alle colline tutte coltivate a vigneto ed in particolare andiamo a visitare il paese di Kaisersberg e ne restiamo estasiati. Il paese trova le sue origini agli inizi del 1200 quando Federico II figlio di Enrico VII acquistò il castello di Kaysersberg punto strategico nella valle (da qui infatti si sale al passo di Bonhomme per andare in Lorena).
La sorpresa entrando in paese è vedere un bellissimo nido di cicogne sul tetto di una torre; restiamo qualche ora e visitiamo il centro salendo poi al castello e sulla sua torre da cui godiamo di una splendida vista.
Dopo una buona birra in quel di Kaysersber partiamo alla volta della Lorena valicando i Vosgi ai 949 metri del Col du Bonhomme, in Lorena il paesaggio è molto più triste, non per le campagne ma per le case che non sono in stile (niente tralicci in legno) e soprattutto perché non sono così curate.
Dopo essere passati da Saint Die arriviamo a Selestat e lì prima di entrare in Germania ci fermiamo a visitare una casamatta della linea Maginot, linea di fortificazioni costruita tra il 1928 ed il 1940 per proteggere i confini francesi da quelli tedeschi (memori di quanto successo durante la prima guerra mondiale), ma che servì ben a poco in quanto i tedeschi nel giugno del 1940 invasero la Francia passando dal neutrale Belgio (misero delle truppe civetta davanti alla Linea Maginot ma il grosse delle truppe entrò in Francia dalle Ardenne).
Sul confine Francia Germania ci fermiamo a guardare la spettacolare diga EDF costruita sul Reno e soprattutto le complesse chiuse che regolano la navigazione sul Reno. Resto più di 20 minuti a guardare un’enorme chiatta che entra nel Reno dove è più alto di livello (a sud , a valle) vengono chiuse le paratie, e svuotata la chiusa, la chiatta scende così di circa 15 metri di livello (vedi foto), poi viene aperta la paratia a nord e la chiatta può proseguire la navigazione verso nord.
Curiosità: sul quotidiano locale questa mattina, era riportata la temperatura dell’acqua del Reno ovvero +22°C, davvero tanto per un fiume.
Entriamo in Germania e nonostante le campagne siano simili a quelle francesi notiamo subito delle grandi diversità nelle abitazioni e nelle costruzioni industriali.
Arriviamo alle 20.30 a Friburgo, e troviamo camera all’hotel Mercure, mi spiegherò col receptionist facendo un mix tra francese/tedesco/inglese, se qualcuno ci ha sentiti è morto dal ridere.
Dopo la doccia andiamo a cena in centro a Friburgo, non scatterò foto in quanto è notte ed ho lasciato la macchina fotografica in camera, ma mi riprometto di farlo domani in quanto il centro è davvero carino, ben curato, con case molto antiche, un ruscello che scorre in tutto il centro della città (pericolosissimo di sera se poi hai bevuto qualche birra). Friburgo ha 220.000 abitanti di cui 30.000 sono studenti universitari e si trova a 15 km dalla Francia ed a 50 km dalla Svizzera, vicino alla Foresta Nera.
Ceniamo a base di carne in un bel bar/ristorante del centro, il Schwabentorle, cibo buono, birra buona, cameriera bona.
Rientriamo in hotel alle 23.00, domani ci attende la visita a Friburgo ed un lungo viaggio di rientro.