19/08 Pontarlier – Montbenoit – Morteau – St Hyppolite – Porrentruy – Belfort – Colmar km 232
La mattina evitiamo la colazione da Ibis (9 euro a crapa) e la effettuiamo da Mc Donald (3 euro per un cappuccino e due pancake con sciroppo d’acero), partiamo alla volta della Svizzera, ma per strada ci fermiamo dopo pochi km a Monbenoit dove c’è un brocante (una fiera dell’antiquariato, ma meglio definirlo uno svuota soffitte come lo chiamano qui). Montbenoit è un paesino davvero carino con una bella Abbazia, percorriamo tutta la fiera alla ricerca di qualcosa di particolare, Francesca trova una bellissima sedia (molto vecchia) con la seduta imbottita, la scena è bellissima, chiediamo alla venditrice quanto costa (vende tre sedie uguali), ci dice che costa 5 Euro, pensando magari di non aver capito faccio cinque con la mano e la tipa conferma, vedendoci esitanti ci dice, “Alè 20 Euro tutte e tre”
Dopo averci pensato un po’ acquistiamo una sola sedia per 5 Euro, io acquisterò invece 4 bicchieri per il Pastis (51 e Ricard).
Proseguiamo alla volta di Porrentruy (ci era piaciuto quando era stato attraversato dall’ultimo Tour de France), percorriamo campagne sconfinate con mucche, aironi, il fiume Doubs, mais, fieno ecc.. Arriviamo in Svizzera da una stradina in mezzo ad un bosco a Montancy, anche qui la dogana è sguarnita e non ci ferma nessuno.
Al primo paese mi fermo a prelevare 50 Franchi Svizzeri (42 Euro con le commissioni) per il pranzo, ma purtroppo anche volendo non riuscirò a spenderli. Arriviamo a Porrentruy e sembra che sia caduta una bomba atomica (è vero che i 36°C non aiutano), ad ogni modo è tutto chiuso, neanche un ristorante, troviamo un bar dove però non fanno panini e ci limitiamo a bere una birra alla spina, visitiamo rapidamente il centro con un buco nello stomaco (gli unici due negozi aperti sono due edicole….). Nel bar leggo un quotidiano svizzero, tra le varie notizie "Renato Gattuso fa la fortuna del Sion, grazie ai suoi valori culturali ed umani boom di abbonamenti" - "Lo sperma svizzero va a ruba" articolo su quanto sia prezioso lo sperma dei tori svizzeri, i quali prima vengono eccitati guardando i loro "fratelli" riprodursi e poi li fanno montare su una specie di toro, ops mucca meccanica e ne prelevano lo sperma.... ce ne sono di lavori del cazzo pensando all'imbottigliatore.
Lungo i 30 km che ci separano dal confine con la Francia cerchiamo disperati un ristorante o un bar per mangiare qualcosa, voglio spendere i 42 franchi svizzeri che mi rimangono in tasca dopo le due birre, ebbene non ci riuscirò. Questa volta al confine (per entrare in Francia), ci sono tre poliziotti che tuttavia non ci fermano e non chiedono i documenti.
Entrati in Francia arriviamo rapidamente a Belfort dove mangiamo velocemente un panino da Quick, la temperatura continua a salire e raggiungiamo i +37°C.
Visitiamo poi la cittadella fortificata di Belfort, che domina la città. La cittadella è frutto di una serie di costruzioni iniziate nel Medioevo e terminate alla fine del 1800. Prendiamo il biglietto e troviamo ben tre persone per fare i biglietti, due ragazzi sui 30 anni ed una signora sui 55, un ragazzo fa i biglietti, uno taglia i talloncini con la forbice e la donna distribuisce le audio guide, complimenti…. Francesca chiede alla signora di che epoca sia la fortificazione, la quale probabilmente assunta questa mattina inizia con una serie di eeeeee eeee e non ci sa rispondere e chiede aiuto al tagliatore di tagliandi, il quale ci risponde più o meno.
La parte interessante della Fortezza sono i sotterranei, belli freschi e la terrazza dalla quale si gode di un’ottima vista (vedo anche i Vosgi).
Risaliamo in auto sempre con +37°C e partiamo alla volta dell’Alsazia e di Colmar, il paesaggio inizia ad essere più piatto, l’altitudine scende fino a 300 metri, ma arrivando a Colmar vediamo le prime colline ed i primi vigneti.
Arriviamo alle 18.00 a Colmar dove ci sono +38°C, prendiamo camera all’Ibis di Horbourg dove ci riposiamo un po’ in camera al fresco.
Usciamo dalla camera alle 20.30 e ci sono ancora 32°C, andiamo in centro a Colmar, nella vecchia città e rimaniamo estasiati, le foto serali non rendono l'idea, ci torneremo domani, ma le classiche case con le travi di legno a vista nei muri perimetrali sono spettacolari, passa anche un fiume nel centro e per questo una signora del posto ci dice che è definita la "piccola Venezia".
Mangiamo nella birreria Schwendi, dove mangiamo un ottimo Rosti (patate a fiammifero al forno, con lardon ovvero pancetta, funghi, salsa, formaggio di capra caldo).
Dopo un breve giro in centro, rientriamo in hotel alle 23.00, ci sono ancora +29,5°C.